"Capitello votivo di San Cristoforo"
Numerose edicole e piccoli altari ("capitelli votivi"), spesso dotati di immagini sacre, accompagnano il corso del Sile, caratterizzando il paesaggio rurale trevigiano con l’espressione di una diffusa religiosità popolare. La loro collocazione presso le rive del fiume deriva dall'importanza di questo e dei fenomeni atmosferici per l'economia locale, basata soprattutto sull'agricoltura: i "capitelli votivi" erano posti vicino ai luoghi da proteggere (campo, abitazione, corso d'acqua), verso i quali guardavano.
Servivano come punto d’incontro per la recita del rosario (soprattutto nel mese di maggio), e come stazioni dinanzi alle quali potersi raccogliere in preghiera durante le processioni, come poteva avvenire per il Corpus Domini, l’Ascensione, il Venerdì Santo o per il rito delle rogazioni.
Il "capitello votivo " di Morgano, dedicato a san Cristoforo, protettore dei pellegrini e invocato contro le inondazioni, si trova nelle immediate vicinanze del ponte di legno sul Sile, un tempo semplice passerella, dietro ai moderni impianti sportivi.
L'edicola sacra era destinata a proteggere chi doveva attraversare il fiume.
All'interno della nicchia esistono affreschi, raffiguranti il santo dedicatario, risalenti al Cinquecento (come altri nei "capitelli" di Cendon e di San Giuseppe).
Sulla volta della nicchia un recente restauro ha rimesso in luce una colomba bianca.

"La Chiesa di Morgano"
Nel centro di Morgano fu costruita la monumentale chiesa, nello stile del 500, secondo la struttura architettonica delle antiche basiliche e frutto della creatività dell’architetto di Belluno Giuseppe Segusini, discepolo del Canova.
Ideata e promossa dall’allora parroco di Morgano Don Giovanni Battista Trentin, l’opera vide l’inizio dei lavori nel 1858, ma potè essere aperta al pubblico solo nel 1890 dandone merito a contributi, donazioni, lotterie e soprattutto alla collaborazione della popolazione che prestò la sua opera gratuitamente.