La loro collocazione presso le rive del fiume deriva dall'importanza di questo e dei fenomeni atmosferici per l'economia locale, basata soprattutto sull'agricoltura: i "capitelli votivi" erano posti vicino ai luoghi da proteggere (campo, abitazione, corso d'acqua), verso i quali guardavano.
Servivano come punto d’incontro per la recita del rosario (soprattutto nel mese di maggio), e come stazioni dinanzi alle quali potersi raccogliere in preghiera durante le processioni, come poteva avvenire per il Corpus Domini, l’Ascensione, il Venerdì Santo o per il rito delle rogazioni.
Il "capitello votivo " di Morgano, dedicato a san Cristoforo, protettore dei pellegrini e invocato contro le inondazioni, si trova nelle immediate vicinanze del ponte di legno sul Sile, un tempo semplice passerella, dietro ai moderni impianti sportivi.
L'edicola sacra era destinata a proteggere chi doveva attraversare il fiume.
All'interno della nicchia esistono affreschi, raffiguranti il santo dedicatario, risalenti al Cinquecento (come altri nei "capitelli" di Cendon e di San Giuseppe).
Sulla volta della nicchia un recente restauro ha rimesso in luce una colomba bianca.