Un mulino con due ruote da grano, costruito su una palizzata sul Sile, ad ovest della chiesa parrocchiale, è attivo già nel 1499. I proprietari, a partire dal 1681 e fino ai primi decenni dell’Ottocento, appartengono alla famiglia veneziana dei Capello a cui si deve il nome della strada di accesso. Su via Molin Capello si immette ancor oggi l’antica carrareccia di comodo, che partendo dalla Rotonda, collega Badoere a Morgano. Via Molin Capello, risalente alla viabilità romana, attraversava il fiume su una palizzata creata per produrre il salto d’acqua e proseguiva rettilinea verso la località Madonna dell’Albara. Il transito sulla passerella era consentito solo di giorno, quando il mulino macinava. Si racconta che gli sposi, nel giorno del matrimonio, corressero al mulino per trarre auspici dall’acqua: solo se era limpida e li specchiava, avrebbero avuto fortuna; se era torbida, qualcosa di infausto li avrebbe certamente colpiti. Il Sile e il Rio davano vita a vaste aree paludose, pericolose da attraversare e per questo, a protezione dei viandanti, nel Cinquecento, viene realizzata un’edicola sacra dedicata a San Cristoforo la cui immagine è ancor oggi riconoscibile nell’affresco della nicchia. Il mulino rimane attivo fino agli anni quaranta del Novecento e a gestirlo sono due famiglie, i Pezzato e i Miglioranza che da generazioni si occupano di attività molitoria. Dismesso il mulino, viene portata a compimento, a partire dal 1960 circa, la bonifica delle aree paludose: il corso del Sile viene rettificato e sui terreni di riporto si realizzano i primi impianti sportivi. L’attuale ponte pedonale in legno unisce le due sponde dove sorgeva la palizzata del mulino Capello.