Lo Zero è un fiume di risorgiva, nasce tra San Marco e Campigo e, nel primo tratto, scorre parallelo e a poca distanza dal Sile, di cui è considerato il fratello minore. All’altezza di Badoere si dirige verso sud-est e va a sfociare nella laguna nei pressi di Altino. In territorio di Levada i due fiumi prima si avvicinavano e poi tornavano a distanziarsi dando forma di farfalla a una vasta palude di 250 ettari. Quando alla fine del 1400 compaiono i mulini, all’altezza del corpo della farfalla, viene scavato un canale, chiamato Bocca di San Marco che convoglia parte delle acque del Sile nello Zero in modo da garantire forza motrice alle 17 ruote operanti nella seconda metà del XVI secolo. Partendo dalla Rotonda di Badoere, sono facilmente raggiungibili il mulino Contarini, a Levada, nei pressi del sedime di Villa Marcello e il mulino Tiveron (oggi Granello), a Sant’Alberto, alla fine di via Zeriolo. Lo Zero riveste una grande importanza per Morgano, perché una volta uscito dalla palude di Levada, si inoltra su terreni più elevati e salubri ed è lungo il suo corso che si consolida il popoloso colmello di Zeruol. Tra Zeruol e la località Ongarie, la Serenissima gestiva un grande bosco di roveri, di 188 campi, talmente importante che ai guardiani era permesso usare lo schioppo contro i ladri di legna. Da ricordare anche che Angelo Badoer, proseguendo l’opera del padre Giovanni che aveva costruito la chiesa dedicata a Sant’Antonio e istituito il mercato, realizza una strada che prolungando l’asse della Rotonda, arriva allo Zero sul quale erige un ponte ornato di statue. Nelle sue intenzioni è evidente l’intenzione di creare un sedime viario molto scenografico lungo il quale sviluppare un nuovo aggregato urbano