Barbasso o Borbazzo, è un toponimo che probabilmente ha a che fare con l’abbassamento del terreno rispetto al piano campagna circostante. Questa particolare conformazione produce l’allargamento dell’alveo del Sile e favorisce la presenza di ben tre molini, ciascuno a una ruota. Proprietari della prima posta sono i fratelli Querini (dal 1499), successivamente compaiono i fratelli Duin e nel 1800 i De Nardi. La seconda appartiene inizialmente a Piero Doregon (1430), ma alla metà del 1500 viene acquisita dai De Nardi che ne diventano i conduttori. La terza è dei fratelli Minello di Silvelle che macinano fino al 1680 circa, quando la fortuna li abbandona e di loro si perdono le tracce. Subentrano vari proprietari tra cui anche i De Nardi che alla data del 1811, con Giacomo, gestiscono i tre opifici. È in questo periodo che il secondo e il terzo mulino passano da una a due ruote, ritornando però nel 1840 alla situazione precedente. Una ruota dei De Nardi gira ancora nel 1913. Alle ruote subentrano le turbine idrauliche e l’ultimo mulino, di proprietà della famiglia Nicola, chiude nel 1982. A valle dei mulini si apre lo slargo detto Busa de Celeste, dal nome dell’ultimo mugnaio, Celeste Nicola. L’invaso è il prodotto dalla escavazione di ghiaia nell’alveo del fiume. Il biotopo è oggi di particolare valore perché ospita numerose specie di avifauna, sia stanziali che migratorie. Uscendo dalla Busa, la riva sinistra del Sile lambisce la Palude di Morgano che, superata la località Ponti Settimo, prosegue nell’Oasi naturalistica del Mulino Cervara. La palude gode di un elevato grado di protezione (ZPS = Zone di Protezione Speciale, codice IT 3240011) ed è di proprietà del Comune di Morgano.