I Badoer acquistano a Zeruol, verso la metà del 1500, dei terreni confinanti con la palude di Levada, sui quali Sebastiano fa costruire non una villa padronale, ma una casa dominicale funzionale alle attività economiche che intende sviluppare. La famiglia, divenuta nobile grazie ai commerci e alle politiche matrimoniali, investe nella produzione agricola, nell’acquisto del mulino sul Sile e nel mercato per il quale Giovanni Badoer costruisce i primi edifici della Rotonda. Nel corso del 1700 la proprietà passa ad Angelo Basadonna, nipote uterino di Gian Gabriele Badoer e viene portata in dote da Lucrezia, figlia di Angelo, al nobile Vettor Marcello che sposa nel 1783. Nel Catasto austriaco del 1842 l’edificio principale è censito come “casa di villeggiatura” con annessi un fabbricato per azienda rurale, aree a giardino, orto, pascolo e arativo. Del complesso fanno parte anche due case coloniche e un annesso indicato come portico. Il brolo che circonda l’insieme delle costruzioni è racchiuso da una cinta muraria ancor oggi conservata, nella quale si osserva l’ingresso principale a sud e quello di servizio, che collegava la villa alla piazza, ad est. Nella primavera del 1920, i contadini delle Leghe bianche, in lotta in tutto il Trevigiano per il rinnovo dei patti agrari, arrivano ad uno scontro molto duro con il conte Nicolò Marcello, esponente di rilievo dell’associazione degli agrari. La sera dell’8 giugno, la villa e gli edifici annessi, vengono incendiati. Molti contadini vengono arrestati nella notte; altri, per un totale di 52, nei giorni successivi. La sentenza del processo che si conclude a Treviso il 4 dicembre 1920, emette 38 condanne a pene detentive per oltre 32 anni di carcere. I Marcello non ricostruiscono la villa di cui, oggi, rimangono la mura e, sul lato di via Rialto, i ruderi di un’adiacenza